Incredibile atto di arroganza libico verso l’area Schengen
Un’occasione d’oro si è materializzata nelle ultime ore per consentire all’Italia, e specialmente al suo governo, l’ennesima figura imbarazzante per la propria dignità nazionale.
Il regime libico di Muhammar Gheddafi (accolto a Roma con tutti gli onori e coperto d’oro da quarant’anni per farci perdonare una brevissima parentesi di raffazzonato colonialismo all’italiana ai tempi del fascismo) ha deciso di impedire l’ingresso nel Paese a tutti i cittadini di area Schengen, cioè dell’Unione Europea più la Svizzera e qualche altro.
E’ una ritorsione, rozza e volgare, che arriva al culmine di una tensione con Berna che dura da mesi, e dovuta a profili penali che hanno colpito un figlio del dittatore libico, colpevole di aver maltrattato duramente alcuni domestici durante un soggiorno nella Confederazione Elvetica.
Quello di Gheddafi è, indubbiamente, un regime totalitario: su questo non bisogna illudersi, ed è sbagliato chiudere gli occhi per motivazioni economiche (l’Italia è un partner importantissimo della Libia), anche se la real politik ha i suoi tempi e le sue esigenze: da questo punto di vista appare lontano ere geologiche quel 1986 che vide gli Stati Uniti bombardare Tripoli e cercare di uccidere il rais. Oggi, invece, persino Washington ha sdoganato la Libia, facendola rientrare nel consesso dei Paesi “civili”, perché si è resa conto che al peggio non c’è mai fine: è meglio un governo autoritario ma laico che la deriva religiosa fondamentalista islamica (della quale Gheddafi è uno spietato nemico).
Tornando agli sviluppi di queste ore: il governo italiano, dicevo, ha un’altra ottima possibilità per calarsi le braghe di fronte a Gheddafi ed inventarsi chissà cosa per accattivarsene la simpatia. Cos’altro vogliamo svendere? Pensiamoci, orsù. Ma tranquilli: ci staranno già pensando Berlusconi ed il ministro degli Esteri, Frattini, casomai fosse una volta tanto al lavoro e non in vacanza all’estero (come gli accade assai sovente).
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