Vajont - Cronaca di una strage annunciata
"Ore 22,39 - Si stacca dalla costa del Monte Toc (che in friulano, contrazione di "patoc", significa "marcio") una frana lunga 2 km di oltre 270 milioni di metri cubi di rocce e terra.
La frana arrivò a valle, generando una scossa sismica e riempiendo il bacino artificiale.
L'impatto con l'acqua generò tre onde: una si diresse verso l'alto, lambì le abitazioni di Casso e ricadendo sulla frana andò a scavare il bacino del laghetto di Massalezza; un'altra si diresse verso le sponde del lago e attraverso un'azione di dilavamento delle stesse distrusse alcune località in Comune di Erto-Casso e la terza (di circa 50 milioni di metri cubi di acqua), scavalcò il ciglio della diga che rimase intatta, ad eccezione del coronamento percorso dalla strada di circonvallazione che conduceva al versante sinistro del Vajont e precipitò nella stretta valle sottostante.
I circa 25 milioni di metri cubi d'acqua che riuscirono a scavalcare l'opera, raggiunsero il greto sassoso della valle del Piave e asportarono consistenti detriti che si riversarono sul settore meridionale di Longarone causando la quasi completa distruzione della cittadina (si salvarono il municipio e le case poste a nord di questo edificio) e di altri nuclei limitrofi e la morte, nel complesso, di circa 2000 persone (i dati ufficiali parlano di 2018 vittime, ma non è possibile determinarne con certezza il numero).
Alle ore 5,30 della mattina del 10 ottobre 1963 i militari italiani arrivarono sul luogo per portare soccorso e recuperare i morti. Dei circa 2000 morti, sono stati recuperati solo 1500 cadaveri, la metà dei quali non è stato possibile riconoscere"
Credo che ormai tutti sappiamo come sono andate le cose,di quanto l'intrigo politica/affari abbia potuto superare ogni limite e ogni rispetto per la vita umana. Io ogni tanto ci vado lassù...e ogni volta che mi guardo intorno mi vengono i brividi.
Si dice che dagli errori si impara...ma a distanza di 46 anni da quella tragedia,pare che invece nulla sia cambiato. Lo dimostra il recente terremoto in Abruzzo in cui tra le altre cose, case e ospedali erano stati costruiti con materiali inadatti anche per una zona non a rischio sismico. Lo dimostra ancor di più la terribile frana di fango e sassi che ha travolto quei paesini in Sicilia,frana della quale tutti sapevano da sempre ma nessuno (chi di dovere) ha mosso un dito.
E ora si piange,arriva gentaglia della politica locale e nazionale a fare tanti bei discorsi durante quelle che sembrano sempre più apparizioni di gala del dolore.
Io spero e anzi voglio credere in una futura classe politica pulita,onesta e rispettosa. Voglio sperare che queste commemorazioni non cadano nel vuoto ma che insegnino ai giovani,a chi avrà in mano il futuro della loro terra che ci sono valori ben più importanti del denaro e che questo non deve essere messo al primo posto in tutte le cose. Voglio sperare che l'arrivismo malato di cui tutti i giorni il telegiornale ci mostra degli esempi, diventi solo un ricordo,come una brutta moda obsoleta che cambia per lasciare posto all'intelligenza di chi desidera semplicemente un futuro sereno per se stesso,per i propri figli e per le generazioni che verranno.
Ovviamente,tutto questo sarebbe possibile se intanto permettessimo ai giovani di avere un futuro...e qui la vedo sempre più dura...